Arrivo a Los Angeles

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Gabriel™
view post Posted on 19/10/2010, 21:12




Era fatta. Finalmente era arrivato a Los Angeles. Ma ora? Il pensiero di ciò che aveva fatto a suo padre lo faceva ancora stare molto male. D'accordo, anche l'uomo si era comportato male con lui, ma non l'aveva mai ferito come aveva fatto Gabriel. E per di più lui non voleva fare del male a nessuno.

"Per fortuna quando sono scappato era ancora vivo" pensò "speriamo che qualcuno si accorga che è ferito e lo soccorra. Non potrei mai sopportare di aver stroncato una vita, anche di un uomo come mio padre, che detesto con tutto il cuore".

Mentre scendeva dall'aereo che lo aveva portato lì, baciò il crocefisso che portava sempre al collo. Il contatto con il metallo gli lasciò sulle labbra una sensazione calda, come di sangue. Subito ripensò all'espressione sconvolta del padre mentre cadeva a terra colpito da quella strana luce proveniente dalle sue mani. Chiuse gli occhi ed iniziò a pregare. Pregò per l'uomo, che si potesse salvare. Pregò per se stesso, e chiese a Dio di perdonarlo per il gesto che aveva fatto. Infine pregò sua madre di aiutarlo in quel viaggio improvviso che aveva compiuto.
Riaprì gli occhi. Un enorme distesa di cemento si estendeva di fronte a lui: erano le piste di atterraggio dell'aeroporto. Seguendo le indicazioni e camminando abbastanza velocemente, raggiunse l'ingresso dello stesso. La sua avventura era appena iniziata.


Edited by Gabriel™ - 23/10/2010, 14:01
 
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view post Posted on 20/10/2010, 01:01
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Appena fuori dalle porte dell'aeroporto di Los Angeles, Andrew tirò un pugno ad una parete. Due fotografi scattarono le loro foto ed un gruppetto di ragazze urlò, nel vedere quel gesto. Maledette sanguisughe, quello non era il momento per fare il bello davanti ai fan! Era tamente furioso che potendo avrebbe buttato giù l'intero aeroporto! Anzi, se solo avesse avuto la superforza di suo fratello Jackson tutto sarebbe stato più facile...
Gli avevano smarrito la valigia. Quei cialtroni di addetti aeroportuali gli avevano smarrito la valigia. A quanto pareva, i suoi averi erano ancora a Chicago, Illinois. Ma com'era possibile? Perchè di tanti passeggeri proprio la sua dovevano smarrire? Per una maledettissima volta che prendeva un aereo!

"Lo sapevo, lo sapevo che non ci dovevo salire sull'aereo! Come può essere sicuro qualcosa che vola più lentamente di me? Dovevo fare come al solito, dire che andavo per conto mio e andarci in volo, volando a modo mio. E invece no, mi sono fatto convincere!" pensò, lamentandosi dentro di sè per quello che era accaduto.

Solitamente quando aveva una corsa si recava sul luogo volando. Volando col suo potere. Questa volta, invece, si era fatto convincere a prendere un aereo come tutte le persone normali, e questo era stato il risultato: lui era rientrato a casa, e la sua valigia no. Ed Andrew avrebbe voluto spaccare il mondo per quello.
Si mise una mano in una tasca del giubbotto di pelle che portava, in cerca di sigarette e accendino. Ma quello che estrasse fu solo un pacchetto vuoto, con dentro nient'altro se non l'accendino. Che incubo, aveva anche finito le sigarette! E gli altri pacchetti dov'erano? Ma in valigia, ovviamente! Nella valigia che era rimasta a Chicago!
Sbuffando, diede le spalle ai fan che lo stavano assillando e si allontanò, in cerca di qualcuno che pareva avesse l'aria da fumatore. Aveva bisogno di farsi dare una sigaretta, e in fretta. Eppure tutte le persone che vide non gli sembravano affatto tipi da sigaretta. L'unico che forse poteva sembrarlo era un giovane che era appena uscito da una delle uscite dell'aeroporto. Provò quindi a chiedere a lui.

"Ehi, mi scusi!" disse avvicinandosi a lui "Per caso ha una sigaretta?" domandò senza troppi convenevoli, in modo educato ma decisamente sbrigativo.

Dopo aver parlato pensò anche di togliersi gli occhiali da sole che indossava, per farsi vedere meglio in viso. Chissà, magari quel giovane seguiva le corse Nascar, e in quel caso probabilmente lo avrebbe riconosciuto. Farsi riconoscere dai fan era sicuramente il modo più semplice e veloce che conosceva per ottenere sempre tutto ciò che voleva.
 
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Gabriel™
view post Posted on 20/10/2010, 13:09




Per un attimo Gabriel rimase di stucco. Era appena arrivato a Los Angeles, non aveva tempo da perdere, benchè meno con quello sconosciuto. Doveva cercare di rintracciare i parenti di sua madre, anche se l'unica cosa che aveva per trovarli erano una vecchia foto che teneva in tasca ed una lettera di molti anni prima. Comunque sia, non voleva essere scortese, in fondo quell'uomo non aveva fatto niente di male, perciò gli rispose:

- No, mi dispiace, non fumo - disse in fretta -

Voleva subito andarsene, ma poi riflettè: magari quel tipo era di lì, forse poteva dargli delle indicazioni: nonostante avesse sentito molto parlare di Los Angeles da suo padre ed avesse visto il resto in tv, non conosceva perfettamente la città. Quindi meglio chiedere informazioni che perdersi in quella metropoli. Perciò continuò:

- Mi scusi, lei è di qui? - domandò - saprebbe dirmi dove posso trovare questo indirizzo?

Detto ciò, tirò fuori la lettera sbiadita e la mostrò all'uomo. Era un po' sgualcita, ma il mittente era comunque visibile. Palmero Boulevard, numero 30.


Edited by Gabriel™ - 23/10/2010, 14:01
 
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view post Posted on 21/10/2010, 13:09
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Quel tipo non fumava. Accidenti, gli aveva detto male. Ed ora come avrebbe fatto? Tutte le altre persone che si trovavano nei dintorni avevano troppo la faccia da brave persone per essere fumatori... L'unic alternativa era tornare dentro l'aeroporto e comprarsi un nuovo pacchetto di sigarette, anche se questo avrebbe voluto dire rimettere piede in quel luogo maledetto che lui ora tanto odiava. Probabilmente nemmeno chi aveva paura degli aerei detestava gli aeroporti quanto lui in quel momento!
Dopo aver appurato che il ragazzo a cui si era rivolto non fumava, notò anche un'altra cosa: decisamente non lo aveva riconosciuto. Di questo ne era certo, perchè altrimenti gli avrebbe chiesto un autografo, non un'informazione sulle vie della città! Quel giovane aveva decisamente qualcosa che non andava: a quell'età quasi tutti i ragazzi erano malati per le auto e ancora di più per le corse automobilistiche, e se lui non lo era di sicuro non era normale.
I suoi occhi caddero sulla vecchia lettera che l'altro gli stava facendo vedere, ed anche se era bella rovinata riuscì lo stesso a leggere un indirizzo. Volando sopra la città praticamente tutti i giorni, Andy conosceva bene quasi ogni angolo di Los Angeles. Sapeva quindi dove si trovava quell'indirizzo, ma era indeciso se dirlo oppure no.
Alla fine optò per chiedere qualcosa in cambio.

"Io sono un pilota di Nascar, non un banco informazioni! Ma comunque anche se abito qui solo da pochi anni conosco la città come le mie tasche. So dove si trova questo posto." disse con grande sicurezza.

E a quel punto arrivava la ricerca del compromesso, quasi un ricatto. Era solito parlare in questo modo con chiunque. I suoi occhi sembrarono brillare per un momento, mentre nascondeva una specie di ghigno.

"Ma glielo dico solo se mi riesce a rimediare una sigaretta." affermò con sicurezza.

In questo modo, se gli fosse andata bene avrebbe avuto la sua sigaretta, ed in caso contrario non avrebbe aiutato un perfetto sconosciuto ad andare da qualche parte, al quale tra l'altro sarebbe bastato salire su un taxi e dirgli l'indirizzo per arrivare a destinazione senza problemi.
 
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Gabriel™
view post Posted on 21/10/2010, 14:01




Gabriel si accigliò. Cos'era, un ricatto quello? Certo che quel tipo non conosceva proprio le buone maniere. Il concetto di aiutare gli altri sicuramente gli era indifferente. Comunque sia aveva fretta, perciò decise di accontentare lo sconosciuto. In fondo, una sigaretta poteva anche offrirgliela. C'era solo il problema di cambiare i suoi euro in dollari, ma era facilmente risolvibile. In fondo Los Angeles era una città enorme, e sicuramente vi era uno sportello dove effettuare questa procedura. Magari anche in aeroporto; tuttavia non ne era sicuro, e per evitare incomprensioni comunicò allo sconosciuto:

- Va bene, una sigaretta gliela offro volentieri, se solo mi dice dove posso cambiare i miei euro - disse - però magari muoviamoci, perchè ho molta fretta -


Edited by Gabriel™ - 23/10/2010, 14:01
 
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view post Posted on 21/10/2010, 14:10
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Lo sconosciuto aveva intenzione di comprargli le sigarette? Ma bene... Quasi quasi... Poteva approfittarne per aumentare la posta in gioco! Prima di tutto, però, doveva indicargli un ufficio di cambio. Evidentemente veniva da fuori, non c'erano dubbi a riguardo. Altrimenti non vedeva per quale motivo avrebbe dovuto avere degli euro e non dei dollari.

"C'è un ufficio di cambio sulla destra appena entra da quella porta." e nel dire questo indicò la porta successiva a quella da cui era uscito il giovane, ovvero quella da cui era uscito lui.

Davanti alla porta c'erano ancora i paparazzi e le fan, ma il suo agente li aveva quasi convinti a sparire. Bene, meno male. Voleva dire che in quel modo nessuno si sarebbe accorto di niente una volta che lui avesse preso il volo... Questa volta senza un aereo.
Ed ora non gli rimaneva altro da fare se non proporre qualcos'altro. Chissà se quel tipo avrebbe accettato.

"Comunque se mi prende anche una birra a quell'indirizzo ce la porto io. E anche più velocemente di qualunque altro mezzo!" propose facendo un occhiolino.

Poco prima aveva detto di essere un pilota di Nascar, quindi probabilmente l'altro avrebbe pensato che a destinazione lo avrebbe portato in macchina, magari con una bella macchina da corsa. Beh, ovviamente era la risposta sbagliata. Lui intendeva andarci in volo. Erano in pochi a sapere dei suoi poteri, ma con quei pochi gli piaceva atteggiarsi a figo della situazione.
 
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Gabriel™
view post Posted on 21/10/2010, 14:52




Gabriel lo fissò. Gli aveva appena detto che non poteva perdere tempo, e nonostante ciò il tizio ora gli aveva chiesto anche una birra. Ma erano tutti così gli americani? Quel poco che sapeva di loro lo aveva appreso dalla tv e da alcuni libri, visto che sua madre non aveva potuto raccontargli niente, e suo padre era più occupato a rovinargli la vita piuttosto che aiutarlo. Quel pensiero gli fece venire in mente l'uomo: nonostante lo odiasse, sperava tuttavia che qualcuno lo avesse soccorso ed aiutato. Lui non era nessuno per togliere una vita, nè avrebbe voluto mai farlo.
Improvvisamente si riprese. Notò che sicuramente si era perso nel filo dei suoi pensieri. Gabriel sperò che l'altro non si fosse accorto di niente, non aveva voglia di giustificare alcunchè. Anche se quel tipo non sembrava uno che faceva domande. Comunque gli rispose sospirando:

- D'accordo, basta che ci sbrighiamo però. Ho molte commissioni da fare - gli comunicò - mi aspetti qui che vado a cambiare i soldi, ci metto un attimo -

Dicendo ciò, si allontanò rapidamente nella direzione indicata dall'uomo.


Edited by Gabriel™ - 23/10/2010, 14:02
 
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view post Posted on 21/10/2010, 15:45
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Quel tipo sembrava piuttosto distratto, abbastanza sulle sue. Ma in fondo Andrew non era nessuno per poterlo giudicare. Anche lui, certe volte, faceva una strana impressione sulle persone, per via del suo caratteraccio e del suo modo non sempre troppo educato di rivolgersi agli altri, quindi non vedeva perchè uno con quei precedenti dovesse mettersi ad esprimere giudizi su qualcun altro.
Il giovane gli disse che sarebbe tornato entro breve, e poi si era allontanato. Bene, presto avrebbe avuto birra e sigarette, e poi avrebbe portato quel tipo anche in capo al mondo. L'importante era non metterci tutta la giornata, perchè più tardi aveva intenzione di fare un salto a Chicago e riprendersi la sua valigia.

"Bene, io allora aspetto qui!" esclamò allegramente mentre l'altro si allontanava.
 
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Gabriel™
view post Posted on 21/10/2010, 19:53




Gabriel non udì la risposta dell'altro perchè si era già diretto verso l'ingresso indicato dall'uomo. Notò con disappunto che c'era un po' di fila, e quindi non avrebbe fatto presto come invece sperava. Approfittò di quel tempo per riflettere ancora sulla sua situazione, su cosa avrebbe detto ai suoi parenti quando da lì a poco li avrebbe incontrati. Era la cosa migliore dire loro delle sue abilità? Oltretutto non sapeva nemmeno se le avesse ancora, magari era stato solo grazie a sua madre che aveva potuto sprigionare quella grande forza. Oppure grazie a Dio. Lo aveva pregato spesso, implorandolo di liberarlo da quella orribile prigionia, dalle ossessioni del padre, dalla sua vita che da quando era stato salvato dall'angelo era notevolmente peggiorata.
Ma lui aveva sempre avuto fede, che qualcosa sarebbe cambiato, che prima o poi avrebbe riottenuto la libertà. Certo, bisognava vedere a che prezzo.
Con la coda dell'occhio notò che ormai in fila c'era solo un'altra persona oltre a lui. Quando quest'ultima ebbe finito, cambiò i soldi e ritornò sui suoi passi, desidernando che quella giornata presto finisse. Possibilmente meglio di come era iniziata.


Edited by Gabriel™ - 23/10/2010, 14:02
 
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view post Posted on 21/10/2010, 21:46
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Quando l'altro entrò all'interno dell'aeroporto, Andrew si avvicinò di nuovo alla porta da cui era uscita, quella che aveva indicato allo sconosciuto per entrare. Il suo agente aveva fatto sparire la gente che aveva cercato in maniera ossessiva di seguirlo. Bene, meno male. Era una scocciatura, certe volte, portarsi dietro fan e paparazzi. Si appoggiòò ad un muro ed aspettò il ritorno del giovane. Fare una favore in cambio di un altro favore era sempre una cosa decisamente vantaggiosa, secondo Andrew.
 
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Gabriel™
view post Posted on 21/10/2010, 22:38




In pochi minuti Gabriel raggiunse l'uomo. Bene, era fatta, aveva cambiato i soldi. Ora finalmente sarebbero andati dai suoi parenti, e loro lo avrebbero aiutato a capire quello che era successo. O almeno lo sperava. Involontariamente si toccò il crocefisso e chiudendo gli occhi recitò una breve preghiera. Aveva sempre bisogno di Dio, soprattutto in questo momento. Comunque sia, ora era un po' sollevato: la giornata sembrava stesse volgendo al meglio. Rivolgendosi allo sconosciuto esclamò:

- Bene, eccomi qui, ho cambiato i soldi - disse - possiamo andare -


Edited by Gabriel™ - 23/10/2010, 14:02
 
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view post Posted on 22/10/2010, 03:42
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L'attesa fu più lunga di quello che Andrew si aspettava, ma non esagerata. Insomma, era qualcosa di ancora accettabile, anche se avrebbe sicuramente preferito che fosse più breve. Insomma, lui voleva fumare! E quel tizio gli aveva promesso una sigaretta. Oltre, ovviamente, ad avergli promesso anche una bella birra...
Quando tornò, il tipo disse che aveva fatto, aveva cambiato i soldi, e che quindi potevano andare. Andy nel sentire quelle parole si staccò dal muro a cui era appoggiato, a braccia incrociate, e scrutò con sospetto il suo interlocutore. Andare? Lui non vedeva da nessuna parte ciò che gli era stato promesso, quindi non si sarebbe mosso di un centimetro da dove si trovava.

"Magari mi sbaglio, ma non vedo nè sigarette nè birra. Noi non ci muoviamo di qui!" esclamò in tono decisamente sarcastico.

Alzò un sopracciglio e continuò a scrutare quel tipo. Ok, forse stava facendo un po' il bullo, ma in fondo lui lo era sempre stato, fin da piccolo. E gli piaceva da matti comportarsi così. Era chiaro che l'altro avesse fretta, e quindi probabilmente stava soffrendo perchè lui gli faceva perdere tempo, e ciò non poteva che dare piacere ad Andrew, diffondendo in lui il potere del controllo sulla situazione.
Pensò che magari avrebbero potuto comprare sigarette e birra strada facendo, e stava anche per proporlo, ma poi cambiò idea. A lui non piaceva tanto atterrare per fare delle soste mentre volava, perciò non avrebbe mai deciso di sua spontanea volontà di fare così.
 
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Gabriel™
view post Posted on 22/10/2010, 20:15




Gabriel si scocciò. Quel tipo stava iniziando ad infastidirlo, ed anche parecchio. Gli aveva solo chiesto un informazione, e l'uomo aveva subito preteso qualcosa in cambio. Va bene, non era niente di che, tuttavia la sua insistenza aveva fatto irritare lievemente Gabriel. Già era abituato al padre che gli dava ordini e condizionava ogni istante della sua vita, non voleva che anche gli estranei facessero lo stesso. Perciò decise di mettere subito le cose in chiaro:

- Senta - gli rispose - io ho fretta, ed anche parecchia. Se è ancora disposto ad aiutarmi muoviamoci, e quello che mi ha chiesto lo prenderemo durante il viaggio. Altrimenti, liberissimo di fare come crede: io posso sempre chiamare un taxi -

Bene, aveva scagliato il colpo. Ora bisognava solo aspettare la reazione dell'altro. Comunque fosse andata, Gabriel era soddisfatto della sua risposta. Nessuno ora poteva più comandarlo. Era padrone di sè stesso.


Edited by Gabriel™ - 23/10/2010, 14:03
 
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